sabato 31 marzo 2018

Il connettoma: saranno quello che gli diamo da mangiare!

M., laurea in psicologia studia neuroscienze, tra una bomboniera e l'altra ci troviamo a parlare di come l'aver avuto esperienze di vita diversissime, ma che in comune hanno compreso quanto il cervello umano se correttamente stimolato sia in grado di supplire, imparare, correggere una mancanza.
Nel 2014 sul xxx zzzzzzz venne pubblicato un convegno in cui 3 tra i più grandi luminari italiani facevano brainstorming su alcuni casi presentati come casi "complessi", casi in cui sembrava dubbio il beneficio di un impianto cocleare per sospetti altri problemi, forse cognitivi. Per sigla, età e specifiche varie uno di quei casi fu la mia G.
Tutti e tre gli specialisti che facevano tavola rotonda li avevamo consultati prima, non solo lo specialista che aveva presentato il caso, ma tutti e tre. Da settembre a novembre del 2013 G. ed io avevamo vissuto tra treni b&b, case per l'accoglienza degli ammalati in giro per l'Italia, i cosiddetti viaggi della speranza, ed invece di fare chiarezza sulle sue difficoltà oggettive, questi viaggi non avevano fatto altro che instillare dubbio, incertezza, cosi come lo dimostravano le parole di quei relatori sul caso LG.
Quando ho ascoltato quel convegno, segnalatomi appunto, da una delle persone che si occupavano della riabilitazione di G, ho pianto davanti a tutta quella incertezza, a quei "forse c'è qualcos'altro". Gaia era stata già operata altrove con risultati molto molto buoni, quelle parole però mi avevano rispofondato nel buio vissuto quel periodo, avrei avuto voglia di urlare al PC "vi siete sbagliati, lei ce fa, ce la farà, ce la faremo", ma che senso avrebbe avuto, se non quello di farmi piangere ancora?
La deprivazione uditiva le aveva creato ritardi nell'apprendimento delle cose più comuni, qiv 70, quindi border line cognitivo, qit 126, ora qiv 110.
Per via esperienziale abbiamo cercato colmare ogni piccolo debito, facendo, disfacendo e rifacendo, abbiamo costruito le connessioni neurali che le hanno consentito di ricreare ciò che aveva perso sfruttando tutti i sensi, non solo quello mancante, che per riorganizzazione corticale avevano preso la prevalenza sull'udito e sul linguaggio. Vuol dire che abbiamo considerato il cervello di G. come qualcosa da riempire? Si e no! Ci siamo concentrati sulla via dell'esperienza, non capiva, non sapeva, non diceva cosa aveva mangiato a scuola? La ripreparavamo a casa, finché non aveva interiorizzato l'esperienza persa, e non solo io ma logopedista, la psicomotricista, la musicoterapista, la maestra e l'educatrice, ognuno secondo il suo ambito. Funzioni esecutive, teoria della mente, passando tra Domann e la Montessori, nessun metodo specifico ma colmando e affrontando le necessità una alla volta fino ad appianare l'argomento affrontato.
Quante più connessioni neurali è stata in grado di creare tanto più ha colmato il suo debito, anche quando si è trattato di fare ore ed ore di compiti in più o di fare 80 divisioni con il divisore a due o più cifre, per sua richiesta, per non essere l'unica a non aver capito la spiegazione in classe.
Ci siamo sostituiti alla scuola? Un sacco di volte si, ma condividendo mappe concettuali, video e cartoni animati, testi adottati, strategie e quant'altro con le maestre per aiutare alla fine tutti.
E allora che cos'è il connettoma?
Il connettoma è semplicemente la mappa delle connessioni neurali nel nostro cervello.
Gaia era troppo "vecchia" a cinque anni per recuperare? Gaia non avrebbe potuto seguire il metodo miracoloso x, y o z?
Totò diceva "ma mi faccia il piacere!".
Il connettoma è in continua evoluzione, anche alla mia veneranda età.
Ammiravo bakeoff e tutti coloro che avevano manualità nelle torte, io brava nei primi, nei secondi e nelle preparazioni salate. L'amica appassionata di torte, via WhatsApp ha avuto la pazienza di farmi fare e decorare la prima torta, il mio cervello ha fatto esperienza, ho costruito reti neurali sulla preparazione dei dolci e domani a pranzo da amici porterò un secondo a base di carne e la colomba fatta da me preparata grazie alle competenze acquisite dall'amica paziente che mi ha insegnato negli anni, anche se la colomba è in offerta alla Coop, io so farla, la farò bella ed originale in onore di chi mi ha insegnato, di chi mi ospiterà e degli sguardi stupiti dei bambini che adoro, il mio cervello ha imparato, il cervello non smette mai di imparare e la plasticità celebrale non si chiude a due anni, altrimenti G non avrebbe recuperato ed io non avrei imparato a fare torte dopo i 40 anni!
Più costruiamo, più i risultati con il tempo torneranno indietro e saranno spettacolari.
Il connettoma? Clicca qui Seung sottotitolato in italiano
Le neuroscienze? È lì la riabilitazione, identificare capire e stimolare la corretta area cerebrale che in quel momento ha la mancanza creata dalla disabilità o dalla malattia a zero, cinque, quaranta, settant'anni!
E quindi tutto ciò che e neuroscienze per me vale la pena di un convegno, sia anche solo un intervento di dieci minuti, ma dieci minuti possono aprire frontiere inaspettate.
Mai dire mai, mai dire è troppo tardi, perché noi ci siamo riusciti nonostante l'incertezza del 2014!

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