domenica 21 maggio 2017

Di pentole e coperchi

Un bel sabato mattina, piovoso quanto basta... Ciao amore buona scuola, poi squilla telefono, non faccio in tempo a rispondere e richiamo. Niente di grave, gaia ha preso una pallonata, è capitato, ma la traiettoria vuole che la palla sia arrivata proprio lì, dritta sull'antenna, tanto da romperla.
Gaia in lacrime e c'è qualcosa che non va: in corrispondenza del magnete interno un avvallamento pari a mezza mia falange, e niente, il primo pronto soccorso. Il pronto soccorso è abituato a gestire un trauma cranico non commotivo ma non una possibile dislocazione del magnete. Pur non conoscendo un impianto ringrazio l'immediata disponibilità del medico di turno che contatta telefonicamente il centro impianti. Si concorda una TAC urgente. Il quesito che si pone è si ma chi la legge?
La risposta più immediata è siamo nella stessa regione, non vi "vedete" informaticamente? Purtroppo no e decidono di cercare un otorino che possa contribuire alla lettura dell'esame, veniamo trasferiti e presi in carico da altra struttura più grande. E li capisco che per quanto g. Possa aver avuto una resa e un recupero fuori da ogni aspettativa, per una banale pallonata è sorda e non è in grado di gestire la situazione di tanti adulti che le fanno domande sulle sue condizioni di salute.
Senza impianto lei non c'è, non lo ha mai affrontato e non ha mai passato così tante ore nel silenzio.
E allora i castelli di carte delle due fazioni sulla sordita' crollano, con una pallonata... L'impianto restituisce vita e dignità, ma quando si rompe allora che si fa? Il labiale, si il labiale di estranei che stanno lavorando, scrivendo, visitando, eh no, il labiale non conta, non basta. Il buon senso e le buone indicazioni di comunicazione, eh ma neanche quelle non bastano.
In un attimo, un solo attimo la disabilità è lì, tutta interamente presente davanti a un bambino che non ha gli strumenti in quel momento per gestirla e la botta fa male ed anche tanto. E poi a casa fino a domattina, domattina c'è il suo medico.
E quindi che facciamo? Giochiamo? Si iniziamo ma non siamo in grado di comunicare come sempre. Guardiamo la TV? Eh ma non fa ridere, non diverte, non si sente proprio nulla... "Auri mi hai chiamato? Perché se mi chiami io non lo so... Ho tanti fischietti nella testa"... E i messaggi su wa che non può sentire e allora tutto scritto. E la musica, si metti le mani sulla tastiera, ma la musica quella bella, non c'è, il ritmo non è la musica! Intanto la testa è gonfia e boh, che ne sarà domani? Ci abbracciamo, sorridiamo, e tante coccole...
Ma alla fine la sordità è il gigante dai piedi d'argilla, basta una semplice banale pallonata. E noi siamo preparati? E noi sappiamo davvero affrontare il silenzio? E allora la disabilità qual è?

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